Era il novembre 2009 e il magazine americano The New Yorker usciva con questa copertina provocatoria. Sono passati quasi tre anni da quella notte di Halloween e l’incubo si fa ogni giorno sempre più reale.
Cosa sta succedendo alle gente? Per strada è sempre più difficile incrociare lo sguardo di qualcuno: le persone hanno occhi solo per le lucine sui loro display. Il boom degli smartphone sembra stia creando una nuova specie di essere umano iper-connesso, iper-social ma paradossalmente incapace di una vera socialità fuori dal web. È così?
Difficile rispondere. Nel mezzo dell’euforia per l’arrivo del 4G, con le sue promesse di connessione super-veloce sui nostri telefonini, non guasta fermarsi un attimo e cercare di capire verso cosa stiamo galoppando. Ed è giusto che a farlo siano innanzitutto gli addetti ai lavori, quelli che come me hanno in teoria tutto da guadagnare ($) da questo trend che appare ineluttabile.
La questione che vi pongo è questa. Se, come filosofeggia il buon Paul Virilio, “l’incidente è una componente integrante di ogni scoperta tecnologica”, allora non è che il web, una delle rivoluzioni più promettenti di sempre in termini di libertà, democrazia e pluralismo, sta andando a sbattere a causa della sua deriva mobile?
Forse sono un catastrofista, ma ecco venire in mio soccorso questo studio pubblicato qualche mese fa su Mashable:
Consider this: 24% of respondents to one survey said they’ve missed out on enjoying special moments in person because — ironically enough — they were too busy trying to document their experiences for online sharing. Many of us have had to remind ourselves to “live in the now” — instead of worry about composing the perfect tweet or angling for just the right Instagram shot.
Mi direte: ok ma, come ogni cosa, anche per gli smartphone dipende dall’uso che se ne fa. Vero, verissimo. Ma a differenza della navigazione sul web da casa (che peraltro ha già mandato in clinica svariate migliaia di persone), il cellulare ci accompagna sempre nella nostra giornata, la sua presenza è assolutamente pervasiva come nessun oggetto lo è mai stato prima.
All’aumentare dell’accessibilità, sia economica che tecnologica, e dell’appeal in termini di contenuti d’intrattenimento e tool sociali, il rischio serio è la drastica riduzione della capacità delle persone di affrancarsi da uno strumento così comodo e seducente, di staccare anche solo per qualche ora, di vivere i momenti reali nella vita reale “hic et nunc” invece di assecondare l’ansia di raccontarli LIVE agli amici online.
E non stiamo parlando di futuro. Ma di presente.
Voi cosa ne pensate? Stiamo diventando davvero degli zombie digitali? Oppure questo rischio non c’è, o se c’è riguarda solo una piccola parte dei possessori di smartphone?
Photo Credits | The New Yorker